W.A.Ve. 2022 è dedicato al futuro del campus universitario Iuav a Venezia. Ragioni interne, legate al riassetto della presenza universitarie nella città, hanno dato lo spunto per il tema d’anno. La necessità di una riorganizzazione generale delle sedi ha visto l’avvio di un processo volto alla deframmentazione e all’efficientamento dei rapporti tra edifici, collocazioni e funzioni. Tale processo, però, non si esaurisce in se stesso: al contrario, rappresenta una straordinaria occasione per interrogarsi sull’identità e sulla struttura intima del campus a venire. La questione, cioè, non è solo contingente: trasferire funzioni o riempire contenitori. Piuttosto si tratta di gettare le basi – in questo caso, architettoniche e spaziali – per potenziare e sviluppare le attività presenti. Ma anche, e soprattutto, per scoprire opportunità latenti nel patrimonio edilizio attuale, esplorare l’introduzione di nuovi programmi e di nuovi spazi a questi dedicati, mettere alla prova inedite relazioni tra le parti. Il termine campus, allora, richiama un’idea di ‘campo’, come quello elettromagnetico, fatto di molteplici presenze, anche composite, e mutue interazioni, a contatto o a distanza, visibili o no. La sua attivazione – meglio, la sua intensificazione – costituisce irrinunciabile condizione di ricchezza per la vita universitaria. Il particolare contesto in cui ha sede la parte più consistente del campus, l’area di Santa Marta, è un luogo piuttosto particolare, a partire dal quale poter innescare un più ampio ragionamento sulla stessa Venezia. Santa Marta, infatti, sebbene si trovi in diretta continuità con il tessuto urbano storico e sia ugualmente caratterizzata da un rapporto multiforme con l’acqua, rimane allo stesso tempo una parte atipica della città, riconoscibilmente distinta. L’eredità che deriva dalla sua storia particolare, legata allo sviluppo industriale di questo lembo estremo della città, ci chiede oggi di confrontarci con grandi manufatti, in parte già usati dalle università, in parte dismessi, e grandi vuoti. Sono questi altrettante straordinarie occasioni di progetto, altrimenti impensabili nella città più densa e consolidata.
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