Se la Giudecca vive

12,00

a cura di Maurizio Pozzato

 

Nel centro storico di Venezia è possibile realizzare un progetto che permette di trasformare il percorso partecipativo in strumento tecnico, ricavare energia da fonti rinnovabili, innovare i servizi  di igiene ambientale, smorzare il moto ondoso, realizzare l’accessibilità per tutti.

 

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Se la Giudecca vive

Tipologia Raccolta di saggi

Genere  Saggistica

ISBN 978-88-32050-49-3

ISSN 2704-8632

Edizione febbraio 2020

Lingua Italiano + Inglese

Formato 16,8 x 24 cm

Bandelle 10 cm

Pagine 88

Stampa Colore CMYK

Rilegatura Brossura filo refe

Fondamenta Novissima è un “progetto civile” costruito “dai” cittadini e non “per” i cittadini, che ordina – lungo un percorso che attraversa il lato meridionale della Giudecca – gli spazi pubblici dove incontrarsi. Propone di trasformare il percorso partecipativo in uno strumento tecnico, di ricavare energia da fonti rinnovabili, di porre particolare attenzione ai servizi di igiene ambientale e di ricordare come i cambiamenti climatici rendano indispensabile edificare con precauzione le linee di contatto fra ambienti potenzialmente conflittuali quali la laguna e le sue isole.
Abbiamo scelto la Giudecca perché sta al confine fra la città storica e la laguna e quindi possiede il fascino di una doppia identità, perché è il luogo dove, per secoli, si sono sperimentate nuove forma d’architettura, perché il verde, le aree inselvatichite e intercluse, le attività produttive e gli edifici abbandonati costituiscono la maggior parte del fronte meridionale. E perché l’offerta di residenza ha richiamato “nuovi” cittadini e per altre cose ancora ma soprattutto perché i Giudecchini hanno dato vita a nuove e originali iniziative (ad esempio Il festival delle Arti) dimostrando la volontà di costruire nuovi rapporti sociali ed economici nell’ambito della cultura e della conoscenza.
Su questo territorio e con queste persone abbiamo sviluppato il progetto Fondamenta Novissima per mostrare alla città storica un possibile futuro a misura dei suoi abitanti e dei loro figli. Per realizzarlo sarà necessario cambiare il paradigma della conservazione, ponendo le Persone in posizione preminente rispetto alla Storia, e dotarsi di nuove mappe per leggere la città: Venezia non è più un insieme compatto e omogeneo, perché la rapida trasformazione economica e sociale ha abbattuto anche i confini tradizionali dei sestieri. Sarà necessario abbandonare gli strumenti amministrativi di controllo urbano come le tipologie edilizie e gli standard, che hanno soffocato la creatività e vitalità degli abitanti; e, in questo percorso virtuoso, sarà indispensabile rimettere in primo piano le competenze tecniche.

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