La fine dello spreco

9,6018,00

a cura di Luisa Flora e Andrea Razzini

Indispensabile alla vita delle città e indissolubilmente legato al nostro stile di vita, il servizio di gestione dei rifiuti urbani è la Cenerentola della progettazione architettonica e urbanistica.
Uno sguardo globale sulle caratteristiche di questa infrastruttura a livello di territorio, fra risultati numerici e falsi miti.

 

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La fine dello spreco. L'infrastruttura invisibile

Tipologia Raccolta di saggi

Genere  Saggistica

ISSN 2704-8632

ISBN 979-12-5953-020-2 (cartaceo)

ISBN 979-12-5953-099-8 (digitale)

Edizione luglio 2022

Lingua Italiano + Inglese

Formato 16,8 x 24 cm

Bandelle 10 cm

Pagine 156

Stampa Colore CMYK

Formati disponibili

Cartaceo brossura filo refe, copertina con alette

Digitale PDF interattivo

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Anteprima - Indice

Esiste un servizio così indissolubilmente legato al nostro stile di vita e al funzionamento delle città, dei paesi e dei borghi da poter essere annoverato fra le opere di urbanizzazione primaria: quello di igiene urbana. Erroneamente associato nel sentire comune alla sola raccolta dei rifiuti, è un processo composto da molteplici fasi, ognuna delle quali può esercitare sul territorio, e per lungo tempo, importanti effetti.
È dunque una “infrastruttura” che richiederebbe profonda attenzione da parte di architetti, progettisti e urbanisti e maggiore consapevolezza dei suoi vincoli da parte delle comunità locali. Questo volume intende fornire il suo contributo a questi obiettivi, illustrando le molte componenti del processo e le variabili che lo influenzano.
A partire dalle dimensioni fisiche in gioco, che nella Città metropolitana si attestano sulle centinaia di migliaia di tonnellate di scarti prodotte ogni anno, con dei notevoli sbalzi stagionali dovuti al periodo balneare. Quantità che devono essere raccolte a mano e con mezzi meccanici, trasportate su strada o via acqua e avviate a impianti di lavorazione, per essere convertite in materie che possono tornare sul mercato – evitando così di essere destinate alla discarica (e di conseguenza “regalate” alle generazioni future).
Alle necessità connesse a questa movimentazione su gomma e con imbarcazioni, si aggiunge l’esigenza di collocare gli impianti di trattamento in una provincia fortemente antropizzata, nel rispetto di una legislazione – per fortuna – sempre più stringente a livello regionale, nazionale e comunitario.

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