di Stefanos Antoniadis
“Quando l’uomo alzava lo sguardo al firmamento e, ignorando la natura dei corpi celesti, tracciava linee virtuali che li connettevano, disegnando figure mitologiche e animali nobili. Leziosità? Capriccio creativo? Non proprio: l’imbellettamento della volta celeste permetteva, oltre che di formulare magnifici racconti, di misurare il tempo, orientarsi di notte per lande disagevoli, non perdere la rotta in navigazione. Nei portolani, del resto, vige lo stesso criterio: osservando gli elementi costieri s’impostano descrizioni e relazioni. E, come per le stelle, genesi o funzione non contano: una torre storica, una cisterna pensile, dei silos e uno sperone di roccia hanno tutti pari dignità di elementi utili alla navigazione”.